The world that I dream

di Luca Galofaro

a cura di Abdelkader Damani

Nell’ambito di The Archive Project A cura di CAMPO

dal 17 maggio al 20 luglio 2022 Fondazione Pastificio Cerere Via degli Ausoni 7 - Roma

The world that I dream presenta una riflessione sulla natura dell’architettura in relazione all’azione astratta del montaggio -considerato come un metodo per definire le possibilità che si aprono allo sguardo dell’architetto- e al ruolo dell’archivio, inteso come strumento di progettazione.

La mostra è una raccolta di immagini di tipo diverso, alcune inviolate altre profanate, che si trasformano in modelli e danno forma ad un’idea di mondo: ogni architetto definisce la propria idea di architettura attraverso una ricomposizione di segni e forme che ha collezionato nel tempo. Quest’insieme di frammenti è custodito nella memoria di ognuno. Il progetto è la risultante di un montaggio inconsapevole. L’archivio gioca un ruolo essenziale nello sviluppo del lavoro che concorre alla costituzione dell’ architettura, permette da una parte di custodirne la memoria, dall’altra contribuisce a dare forma ad un immaginario.

Il percorso espositivo si articola in tre sezioni, nella prima stanza sono esposte Postcards(2010-2022), i luoghi rappresentati nelle cartoline assumono un ruolo chiave nella definizione dei montaggi: alcune non vengono modificate, sono la testimonianza di edifici che non esistono piú, altre incontrano frammenti di architetture e oggetti che si trasformano in un flusso in cui i significati nascono da ciò che apparentemente non è correlato. Le cartoline perdono il loro status di corpo monumentale e di fonte documentale. Un modo per pensare assieme tempo e immagine non come palinsesti interpretativi diversi ma congiunti, l'immagine diventa il centro di una riflessione sul tempo del progetto.

Nella seconda stanza si incontrano Immagini trovate (montaggi su fotografie estratte da libri, foto trovate, foto scattate) Queste immagini, che non hanno nessun legame diretto con l’architettura, sono frutto di un incontro accidentale e catalogate per temi, contribuiscono a sperimentare luoghi e forme.

La terza stanza ospita (What's left of the world _BLACK series/ 2019-2022 The hidden memory of images _ WHITE series 2021-2022), immagini dialettiche che diventano modelli con un carattere seriale.

L’accostamento delle immagini, per quanto differenti siano, produce sempre una modificazione, un’apertura del nostro sguardo. I montaggi sensibili servono spesso a porre nuove questioni d’intellegibilità.

Il montaggio è usato come sistema d’annotazione di idee, produce strategie narrative attraverso operazioni semplici: moltiplicazione di segni, cambi di scala, inversioni, innesti, sovrapposizioni, cancellazioni. Operazioni utili per porsi delle questioni relative al progetto che solo in un secondo tempo possono essere applicate all’architettura.

“Il mondo che si crea quando sogno è un mondo dove le immagini si incontrano e diventano le parole di un discorso sull’architettura” così Luca Galofaro indica poeticamente il suo metodo di ricerca e lavoro, che accosta immagini trovate nei mercati, estratte dai libri, scattate durante i viaggi, a forme, oggetti e architetture appartenenti al suo archivio personale. Le immagini create per la mostra definiscono una strategia operativa piuttosto che una teoria.

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